domenica 27 dicembre 2009

Tecnologia tedesca


Un'immagine che è un occhio pesto dolorante e livido, delle vergate sulla schiena, il filo spinato della prigione. E' questa la sensazione che provo nel vedere la pagina censurata del libro di Petra Reski e mi chiedo cosa stia accadendo nella grande, civile, splendida Germania, se un' inchiesta giornalistica che fa nomi e cognomi di persone colluse con la 'Ndrangheta, anziché causare inchieste, chiarimenti, pubblici dibattiti, debba invece portare al silenzio forzato, all'azzittimento della voce scomoda.
Tedeschi abbiate i coraggio di sapere! Di sapere che le mafie non sono fenomeni folkloristici dell'Italia del sud, non sono gli assassini spietati e analfabeti, sono dottori, ingegneri e imprenditori che comandano questi bracci militari che ogni tanto finiscono nelle maglie della giustizia. Queste persone possono stare anche da voi e parlare un tedesco senza accento.
Le mafie hanno montagne di denaro e possono comprarsi tutti i politici che vogliono, infiltrarsi in tutti i più reconditi gangli del potere, inquinare la stessa vita cittadina e la mentalità delle persone, possono tenere sotto scacco intere nazioni, possono fare tutto ciò che l'immensa ricchezza, la più spietata violenza e la totale mancanza di regole possono fare.
Voi avete scelto di ignorare, di ficcare la testa sotto la sabbia, di punire un libro imbrattando con l'inchiostro degli omissis, bruciando chi voleva farvi aprire gli occhi, non volete che nessuno rovini le atmosfere serene delle vostre serate, dei vostri natali nordici, nessuno dica nulla, nessuno parli.
Siamo allora molto meglio noi in Italia? Noi abbiamo creato le mafie, evadiamo fieri le tasse non comprendendo che stiamo rubando a noi stessi, ma abbiamo pubblicato Gomorra, i Complici; indaghiamo il nostro presidente del consiglio accusandolo alla luce del sole, di reati importanti senza temere, in fondo, la sua vendetta, siamo pronti a scendere in piazza tante e tante volte insultando se è necessario. Non applichiamo vigliacche censure, vogliamo leggere, sapere, riflettere, verificare.

Ignorare persone o cose ci precluderebbe la possibilità di cambiare.

Non si ricordano date come il 10 Maggio del 33? I brutti fatti si dimenticano presto, facilmente, il solito girotondo della Storia, che si ripete ciclico per chi la Storia non la conosce ed è destinato a ricommettere i propri errori.

mercoledì 23 dicembre 2009

Fuori dall'ombra


Finalmente alla luce, fuori dall'ombra, finalmente parla chiaro: "Gli inciuci a volte sono utili".Massimo D'Alema attraversa un periodo particolare, un momento di outing, di rivelazione della propria natura al mondo, di chiarificazione con il proprio io nascosto.
Per ciò che ci riguarda possiamo solo sdegnarci del baratto che si celebra in questi giorni: la sopravvivenza del proprio ruolo e dei propri gregari politici per D'Alema in cambio del salvataggio dai processi e dalla decadenza politica per il Cavaliere, il prezzo di tutto questo è il nostro stato di diritto, l'uguaglianza di fronte alla legge, le nostre istituzioni. E' questo che i 30 denari dell'incarico al Copasir stanno costando, in barba al parere che del cavaliere e della sua politica possono avere gli elettori del PD.
Una sintesi di questi patti scellerati l'ha ben data Il Fatto, ed è raccapriciante leggere l'elenco degli episodi reali che hanno segnato i patti sotterranei i questi ultimi 15 anni di politica italiana, anni segnati da un mutuo soccorso del PD verso il PDL e viceversa, anni spesi a costruire un bipartitismo nato sulle ceneri ancora fumanti delle stragi di Capaci e di via D'Amelio, nato come si legge in questi giorni, dai patti con la Mafia da parte dello Stato.
Viene da pensare che la contrapposizione verso Berlusconi sia solo un pretesto, un gioco a cui far divertire gli Italiani, facciamoli sfogare, nella falsa lotta dei belusconiani contro i sinistrosi, poi noi, dopo che si sono stancati, decidiamo realmente, sottobanco le sorti del paese.
Se si riflette, con calma si può credere che questo, come i sistemi di bipartitismo anglosassoni, siano dei modi per disinnescare i meccanismi difficilmente controllabili della democrazia: creiamo due partiti diversi, facciamo finta di combatterci animatamente, tanto per far stancare i cittadini, creiamo antagonismi, imbastiamo delle arene in cui far accapigliare giornalisti che alla stregua dei gladiatori romani abbiano i propri accaniti tifosi, lasciamo che tutti si sfoghino per bene, poi alla fine uno dei partiti vale l'altro, si tratta di volti diversi per le stesse politiche, il popolo può votare solo uno dei due senza altre scelte e tutto rimane immobile.
Cambiare tutto per non cambiare niente, come recitava il Gattopardo.


venerdì 20 novembre 2009

"Vedrai, avranno sete, pagheranno"


Si stanno rivelando profetiche le parole di Scarpinato scritte nel suo libro, Il ritorno del Principe. Nel testo Scarpinato descrive una classe politica vorace, che da sempre, da fin dagli albori dello stato italiano dissangua il paese privandolo delle risorse.
In riferimento alla recente approvazione della privatizzazione dell'acqua il libro sembra veramente profetico: Scarpinato usa una metafora molto efficace:
se un organismo vivente viene privato del nutrimento, per sopravvivere cannibalizza se stesso. Utilizza prima il grasso accumulato per poi cibarsi dei muscoli poi delle ossa, si scarnifica crudelmente, arrivando infine alla morte. Allo stesso modo ha agito e agirà la nostra cancerogena macchina politica. Nel periodo di recessione in cui ci troviamo ormai da una decade, vengono attaccati i servizi privatizzandoli, aumentandone a dismisura i costi, ottenendo risorse per la corruzione, cibo per la politica.
Ecco la verità sulle privatizzazioni fatte in questi anni dai governi che si sono succeduti e quelle ancor più selvagge fatte dall'attuale maggioranza: servono risorse per alimentare la corruzione e i comitati affaristici amici, non essendoci queste risorse da depredare, si scarnificano i servizi, si svendono le aziende pubbliche, riversando al bisogno sulle casse dello stato i debiti per rendere di sicuro appeal l'affare per i nostri imprenditori straccioni ma generosi (verso i parlamentari).
Di sicuro interesse sarà la privatizzazione dell'acqua che ha una peculiare caratteristica: è indispensabile. Non puoi fare a meno di bere, se sei assetato sei disposto a pagare senza tanti problemi. Ti puoi privare di tutto, della macchina, dei vestiti nuovi o altro, ma non puoi rinunciare all'acqua. Laddove c'è già stata una privatizzazione, vedi esempio di Latina, i costi sono aumentati e la qualità del servizio è rimasta la stessa, se non addirittura peggiorata.
L'acqua è un bene pubblico che deve essere fornito dallo stato a prezzo di costo, senza speculazioni, senza permettere a privati di farci un profitto, è un bisogno fondamentale, è nostra.
Mi immagino i discorsi in Transatlantico:
“...non ti preoccupare i soldi arriveranno, arriveranno a fiumi, alla sete pagheranno anche i più poveri.”


mercoledì 7 ottobre 2009

Tutti gli animali sono uguali ma i porci sono più uguali degli altri



La corte costituzionale si riunisce nuovamente oggi "per giudicare la costituzionalità del Lodo Alfano e si fa strada l'ipotesi del compromesso. E' proprio vero che dal medioevo ad oggi in fondo non è cambiato nulla, la conquista dell'uguaglianza di fronte alla legge vale solo per i cretini che non hanno mezzi per difendersi o non aderiscono ad alcuna corrente politica.
Si sta giudicando un principio che vale conquiste civili, si giudica la costituzione del nostro stato si giudica la nostra libertà. Si sta giudicando la leicità di:

  • corrompere giudici
  • assoldare mafiosi come propri impiegati
  • evadere le tasse con società estere
  • corrompere testimoni.
Secondo il principio che una volta eletto il cittadino di Arcore non è più un cittadino uguale agli altri ma un cittadino più uguale degli altri, quasi fosse stato investito del proprio potere da Dio in persona come si faceva credere ai sudditi medioevali.
I nostri costituenti, punta più alta della storia della nostra giurisprudenza, nel loro mirabile lavoro hanno discusso la possibilità dell'immunita per la più alta carica dello stato:

L’on. Bettiol la propose (l'immunita per il Presidente della Repubblica n.d.r.), ma fu bocciato a larga maggioranza.
Calosso
obiettò: “Non vedo la necessità di costituire al Capo dello Stato una posizione speciale. Abbiamo una magistratura che è sovrana ed è uno dei poteri dello Stato… Persino presso certi popoli coloniali è possibile chiamare dinanzi al giudice il governatore”. Il grande Mortati rivelò: “Si è omessa intenzionalmente ogni regolamentazione della responsabilità ordinaria del Presidente. E’ una lacuna volontaria della Carta costituzionale”. Il presidente dell’Assemblea, Meuccio Ruini, tagliò corto: “Meglio una lacuna che un privilegio troppo grande per il Presidente, il quale è sempre cittadino fra i cittadini, anche se ricopre il più alto ufficio politico. Non ammetterei che per 7 anni il Presidente della Repubblica non rispondesse alla giustizia del suo Paese”.


Ma questa alta vetta è stata presto abbandonata per ripiombare nella palude dei compromessi che ancora oggi, a quanto pare, si ripetono, ciclici come le stagioni. E' bastato che Berlusconi minacciasse le elezioni perché Il Partito Democratico in piena crisi e senza un segretario, facesse dietro front sui principi e accettasse sottobanco il compromesso, vendendo per i suoi trenta denari il nostro diritto all'uguaglianza di fronte alla legge.


Verbale sui lavori della costituente.

lunedì 17 agosto 2009

Il nostro muro



Giorgio Bocca, forse il più grande giornalista italiano vivente, sull'ultimo numero dell'Espresso ha analizzato con il suo consueto stile rude gli episodi di connivenza tra mafia e stato degli anni 90. Citando nomi e cognomi Bocca afferma quello che dovrebbe essere noto e ormai comprensibile a tutti:

le organizzazioni criminali sono parte integrante della struttura di controllo delle regioni del Sud.


Questa integrazione è stata costruita negli anni della guerra fredda, anni in cui le Mafie hanno garantito il controllo dei voti del sud, arginando il pericolo comunista. Questa loro funzione, messa in atto dalla Democrazia Cristiana, era conosciuta, tollerata e favorita dall'alleato americano ed ha mantenuto la sua utilità fino alla caduta del muro nell'89. Una connivenza che ha permesso un Sud medioevale, sprofondato nella violenza delle guerre di Mafia degli anni 70 e 80 similmente al Cile di Pinochet. Una connivenza che è stata causa di omicidi eccellenti, primo tra tutti il Generale dalla Chiesa, inviato in Sicilia per combattere il fenomeno mafioso senza reali poteri, come fosse una vittima sacrificale alla superiore ragion di Stato. Abbiamo avuto anche noi il nostro muro di Berlino che ha diviso anche il nostro paese in modo del tutto simile a quanto è accaduto in Germania. Questo muro è stato costruito quasi contemporaneamente al muro tedesco negli anni 60, meno famoso perché non visibile come reale struttura architettonica ma solo come confine tra due paesi, una linea che divide due mondi visibilmente diversi: capitalista e industrializzato l'uno, povero e sottosviluppato l'altro; democratico l'uno, in mano ad una organizzazione antitemocratica, criminale, violenta l'altro. Il loro muro è caduto nell'89 il nostro ha vacillato ma è stato subito ristrutturato e ridipinto di nuovi colori ed è ancora in piedi.
Dopo l'89 questa simbiosi tra Stato e Mafie ha perso la sua ragion d'essere, anzi l'esistenza stessa delle Mafie è divenuta indigesta all'alleato americano e alla nascente Unione Europea che hanno sollecitato una più incisiva legistazione da parte dell'Italia. La Mafia si è sentita braccata, senza punti di rifermento internazionali e locali, decimati questi ultimi dalle indagini di Mani Pulite, ed ha reagito in modo violento facedo sentire il suo peso militare. A questo punto lo Stato poteva annientare il fenomeno mafioso ma ha preferito scendere a patti instaurando trattative, cercando l'accordo, rinnovando il patto lateranense di connivenza. Il nuovo patto ha dato i suoi frutti, i suoi pargoli sono stati i nuovi referenti politici, che hanno conquistato il potere, forti del controllo mafioso sempre eccellente della popolazione del Sud.

Giorgio Bocca ha crudemente analizzato questi atti, nulla più, cose note che fanno parte della nostra storia. Sono quindi inutili e dannose le polemiche che sono seguite al suo breve articolo sull'Espresso. Dannose perché cercano di gettare fango sulla verità, inutili perché tale verità è destinata a venire a galla dopo i recenti sviluppi e la riapertura del caso sull'omicidio Borsellino.
Sembra quasi che alla stregua delle stragi dell 92 ora vengano schierate le truppe di giornalisti per dar contro a chi mina il sistema rivelando le scomode verità. Non mettiamo bombe ma isoliamo e distruggiamo con le corazzate obbedienti di carta stampata, che all'unisono tuonino, bombardino e annientino chi fu Partigiano allora e lo è anche oggi.

P.S: un'analisi accurata di queste vicende è stata fatta da Roberto Scarpinato nel suo meraviglioso libro Il ritorno del principe.

lunedì 10 agosto 2009

Parliamo di moralità.


E' di oggi la notizia riportata da vari quotidiani online, dell'ennessima predica sulla moralità delle gerarchie vaticane. Una forse tardiva presa di posizione per le vicende di Puttanopoli delle scorse settimane, ma ahimé ipocrita sia nella modi sia nei tempi. Nei modi, perché stando alla morale cattolica i comportamenti da utilizzatore finale del nostro premier avrebbero dovuto far alzare non dispute pseudo teologiche "sulla morale della maggioranza", ma grida di sdegno, inviti a boicotaggi elettorali: una persona così bassa nella propria morale non dovrebbe più meritare alcun rispetto dai cattolici.
Nei tempi, perché troppo si è tardato ad esprimere un giudizio, attendendo vigliaccamente la prova inconfutabile della viva voce del premier e dei suoi consigli sessuali all'escort di turno, per formulare un blando giudizio morale.
Ma forse, a ben guardare, di moralità la Chiesa cattolica non avrebbe alcun titolo per parlare, dopo gli scandali sessuali che l'hanno coinvolta negli USA e in Irlanda.

Irlanda, Rapporto Ryan

In quest'ultima cattolicissima nazione il governo ha voluto, attraverso una regolare indagine, raccogliere e verificare testimonianze di episodi di pedofilia e di violenza praticati nelle sue numerosissime scuole cattoliche. Dopo anni di indagine il risultato è stato il rapporto ryan (vedi anche pagina su wikipedia).
Una raccolta di ben 2500 testimonianze raccapricianti, che stralciano il velo ipocrita della copertura cattolica dei pedofili un uno dei paesi più devoti d'Europa.
I racconti sono a volte duri e crudeli, forse poco adatti ai fini palati delle alte sfere ecclesiastiche o di chiunque che, abituato alle pacifiche parole degli uomini della Santa Madre Chiesa, non si aspetti che tali abomini possano essere commessi da loro.
No!! Sono sbattuti sul muso come una bastonata, uno sfregio sul dipinto di una vergine col bambino, una martellata alla Pietà di Michelangelo.

Sono la testimonianza che non esiste limite alla nostra irrazionalità al nostro essere bestie e che tali crimini possono provenire da chi meno apparentemente ci si aspetterebbe.
Non mi spiego perché non sia stato dato il risalto che questa indagine meriterebbe, le parole riportate e sopratutto le cifre dimostrano che la pedofilia nelle strutture cattoliche non è un fatto isolato perpetrato da pochi elementi, le "mele marce", al contrario è un fatto sistematico, endemico, che si ripete migliaia volte con dinamiche simili e con esiti sempre devastanti.
Se per un attimo proviamo ad immaginare che un'indagine giornalistica o giudiziaria ci riferisse di una setta dedita abitualmente a pratiche pedofile con le cifre simili a quelle riportate dal rapporto, sono sicuro che questa setta verrebbe decimata da arresti e pubbliche, giuste, gogne. Ma nel caso della Chiesa Cattolica questo non solo non accade, lasciando che gli episodi continuino a ripetersi, ma neanche se ne da menzione sui media dando la possibilità ai genitori di prestare maggiore attenzione.
Questo scavalcare la normale giustizia e l'ottenere l'applicazione di due pesi e due misure, abitualmente si accompagna ai fatti che interessano il Vaticano. Anche nel caso dell'inchiesta Ryan la strada è stata in salita, e le dimissioni per protesta del primo giudice incaricato dimostrano il clima in cui i magistrati dovevano operare. Ma il culmine dell'ipocrisia e della forza delle gerarchie vaticane è stato l'omissis dei nomi reali ottenuto da una delle organizzazioni ecclesiastiche più pesantemente coinvolte nell'inchiesta, i Fratelli di Gesù.
Questo ordine ottiene per se e per tutti gli ecclesiastici implicati nell'inchiesta, di poter agire anonimamente secondo il diritto canonico, evitandogli quindi denunce legali, anche a quelle tra loro già condannate dalla giustizia ordinaria e per cui quindi non sarebbe applicabile il principio di presunta innocenza perché già riconosciuti colpevoli.
Ditemi ora quanto risultano ipocriti le parole di Benedetto XVI "venga fatta giustizia".
Ipocrisia manifestata sempre in tutti i casi da continui spostamenti dei preti pedofili da parte dei vescovi tra le parrocchie, alla stregua di un latitante che vuole far perdere le proprie tracce, ipocrisia manifestata ancora dalle precise istruzioni del documento "Crimen sollicitationis" su come trattare crimini sessuali all'interno della Chiesa.Documento che poneva tra le assolute priorità il silenzio sullo scandalo e la persuasione delle vittime a non denunciare.
Non mi si venga quindi a parlare di carità e di giustizia laddove la chiesa come sempre per se non le applica.

P.S. Cercherò nei mesi a seguire di tradurre, secondo le mie capacità, alcune testimonianze del rapporto Ryan, per rendere accessibile questa preziosa inchiesta nel blog. Se qualcuno volesse collaborare ne sarei felice, in attesa che qualche editore prenda il coraggio e pubblichi una versione italiana dei documenti.


mercoledì 1 luglio 2009

Fate la carità.


La povera, misericordiosa, caritatevole Chiesa in questi giorni ha inaugurato una sobria cripta in onore di Padre Pio. Un opera che ben incarna il messaggio di carità, di distacco dalle cose terrene, di attenzione solo per il mondo spirituale che ha sempre contraddistinto la Santa Romana S.p.A.
Chiunque visiterà il luogo santo al Padre di Pietralcina avrà modo di trovare solo in se la dimensione spirituale distaccandosi dalle miserie del mondo e avvicinandosi al proprio Dio.


Il fatto che questo distaccamento dalle cose terrene sia reso con tanto di quell'oro da foderare il Colosseo, facendo assomigliare la cripta alle camere private del sultano del Brunei è soltanto un caso, che solo i malpensanti potrebbero scambiare per un rettaggio medioevale di una Chiesa padrona, una Chiesa banca, una Chiesa forziere, una Chiesa immenso costo per l'Italia.


Un esempio della devozione verso il Santo è dato è dato da questa immagine che al pari di una Santa reliqua inneggia il Santo nome in un sobrio e caritatevole mosaico d'oro.

Rendiamo grazie a Dio del fatto di conservarci la nostra Chiesa in sifatta maniera, di far si che sempre, come ora, la povertà e la carità siano la luce splendente (d'oro?) che guidi il cammino della sua Santa Romana Chiesa.
Amen

lunedì 11 maggio 2009

Vodafott

Che in Italia siamo i più tartassati d'Europa dai gestori telefonici lo si sapeva, fanno sistematicamente cartello fregandosene altamente dei meccanismi della libera concorrenza, sicuri che i controlli saranno inesistenti o inefficaci, ma la vendita del Googlefonino in tutta Europa da parte di Vodafott ci da un buon metro di giudizio.
Questo terminale era da tempo atteso ed è stato proposto, in esclusiva da Vodafott, quasi simultaneamente in tutta Europa, ma le offerte sono ahime molto diverse.

Germania
Ci sono vari piani tariffari molto simili, tra questi uno

  • contratto per 24mesi, €39,95 per i primi 6 mesi poi €44,95.
  • terminale al prezzo politico di 1€
  • telefonate gratuite ai cellulari vodafott
  • telefonate gratuite ai fissi
  • internet senza limiti di consumo
Inghilterra

Anche in questo caso ci sono piani tariffari molto simili tra loro, ma tutti hanno in comune il costo del telefonino: zero. Scegliendo il piano da £35 (circa €40) abbiamo:
  • terminale gratuito
  • 700 minuti di chiamate verso i cellulari
  • chiamate illimitate verso la rete fissa
  • accesso ad internet illimitato
  • durata del contratto 18 mesi
Italia
Ecco la meravigliosa offerta italiana che fa impallidire le offerte d'oltralpe.
Scegliendo il piano contrassegnato con il prezzo di €50 con durata 24 mesi:
  • prezzo del telefonino 150€
  • 700 minuti di telefonate verso tutti, comprese le telefonate ai fissi, quindi non gratuite affatto
  • accesso ad internet a parte, 10€ mensili per un traffico massimo di 2 Gigabyte
  • traffico illimitato solo verso un numero vodafone a scelta
  • durata del contratto 24 mesi
Cosa dire, siamo fessi e contenti.
Signor Vodafott almeno aspetti che ci abbassiamo i pantaloni e cerchi di essere delicato, è vero che non è la prima volta per noi utenti, ma sa, non ci si abitua mai.

domenica 10 maggio 2009

Il sangue dei conquistati




In Sardegna si respira veleno, si assorbono radiazioni, ci si ammala di cancro, nascono figli malati.
Una delle isole più belle del mondo viene violentata da anni in nome della collaborazione militare, della sudditanza USA, tenuta sotto scacco dalla disinformazione.
A Quirra, una zona della costa orientale, una delle più belle coste dell'isola, non ancora raggiunta dal turismo di massa e per questo in gran parte incontaminata, gli americani, la NATO e chiunque possa pagare il canone d'affitto allo stato italiano sperimenta le proprie tecnologie militari senza nessun controllo. Esperimenti che lasciano nel territorio i peggiori inquinanti immaginabili: quelli che non si vedono, che non sporcano, quelli radioattivi, o altamente tossici, che ti penetrano giorno per giorno nell'organismo e ti portano tumori o, peggio ancora, ti fanno generare figli malati.
Non so cosa sia necessario per sottrarsi a questa tortura, per cacciare questi occupanti, che ancora dopo tanti anni dalla seconda guerra mondiale vogliono farci pagare il prezzo della liberazione con la vita, sono sicuro che giusificherei una rivolta, i combattimenti delle persone che vedessero morire i propri figli tra atroci sofferenze, se questo fosse l'unico modo per sottrarsi a questa lenta tortura.
Mi chiedo se questi morti non debbano essere inclusi tra i morti della guerra celebrati il 25 Aprile.

Articolo che riporta dei dati su Quirra

giovedì 7 maggio 2009

"In principio era Darwin"



Odifreddi ha scritto un libro molto interessante,
In principio era Darwin. La vita, il pensiero, il dibattito sull'evoluzionismo
un divertente libro sulla vicende che circondarono la vita di Darwin e la nascita della sua teoria sull'evoluzione della specie. Un libro dal titolo geniale, leggero sia nel peso che nei contenuti, che fornisce uno sguardo d'insieme sulla teoria e ci regala ancora una volta, come spesso fa Odifreddi, dei curiosi aneddoti sullo scienziato Darwin, facendo ben capire che uno scienziato non è una figura astratta e persa nelle sue idee, ma un uomo curioso che con la sua curiosita e la sua ragione cerca di spiegarsi il mondo. Idee lunari per i talebani della Chiesa che pochi anni fa con la Moratti cercarono incredibilmente di screditare la teria dell'evolizione proponendola nelle scuole come alternativa alla fiaba del creazionismo ma di ugual validità. Pazzi!! E come se questi pazzi cercassero ancora di proporre il sistema eliocetrico fregandosene dei viaggi spaziali e delle osservazioni astronomiche. Talebani!!
L'intervista che propongo nel post è la puntata di Augias in cui viene presentato il libro, è anche questa molto divertente.


martedì 5 maggio 2009

Lectio magistralis






“La premiamo per la Sua tenacia, di apportare critiche ove altri si sono già da tempo arresi; per essersi imposto per decenni come una delle poche voci indipendenti del Suo paese e per non aver abbandonata la lotta per la libertà di stampa in Italia nonostante il dominio berlusconiano degli ultimi 15 anni. A dispetto di tutte le avversità.”
Michael Konken



Travaglio ha ricevuto il premio al giornalismo in Germania. Un post di italiadallestero che riporta la traduzione di un articolo tedesco che riferisce sull'evento.

Grazie Marco

venerdì 24 aprile 2009

I nostri parlamentari




Che dire! Penso che siano solo scimmie ammaestrate, addestrate a premere dei pulsanti a comando.
Come gli scimpanzé che a malapena riconoscono la loro immagine allo specchio, o i gorilla che accumulano pietre negli zoo per difendersi dai visitatori troppo curiosi.
Ma ci rendiamo conto da che bestie siamo "governati".

giovedì 16 aprile 2009

Autocensura di Repubblica


Questo pomeriggio un mio collega mi ha fatto notare un particolare curioso nel sito della Repubblica. Nella galleria fotografica che documentava la visita di Obama a Praga, le foto vanno dalla 1 alla 14, ma provando a scrivere l'indirizzo della foto 15 si accede all'immagine che ho riportato in cima al post.
Una foto senz'altro scomoda per i redattori della Repubblica che l'hanno prima inserita poi censurata in modo goffo.
Parafrasando Collodi in Pinocchio:

Un giornale indipendente di sinistra, diranno i miei innocenti lettori, no miei cari, un giornale allineato come tutti.




P.S. Un sito riporta gli eroici autori delllo striscione. Bravi!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Grazie Gianfri per la segnalazione.

P.P.S. Gianfri ha ritrovato il trafiletto con cui Repubblica ha riportato la notizia dello striscione. Non mi va comunque di rettificare il mio giudizio: un trafiletto in calce è come non riportare la notizia. La forza dell'immagine rende invece di gran lunga più significativa la vicenda.

venerdì 3 aprile 2009

Licenziato o scomunicato?


Al telegiornale di questa mattina sento che Piergiorgio Odifreddi è stato allontanato dalla direzione del Festival della matematica di Roma. Sono rimasto sorpreso perché il festival in questi anni ha riscosso un enorme successo proprio grazie all'impegno di Odifreddi, poi ho riflettuto un poco e conoscendo la realtà politica romana ho compreso cosa potrebbe verosimilmente essere accaduto.
Sono convinto che: proprio il successo del festival, unito all'attività divulgativa di Odifreddi, insieme al mutato clima politico della capitale sono stati la vera causa di questo licenziamento.
Odifreddi è una voce laica ed efficace che con i suoi libri ha ridicolizzato e messo alla berlina le idiozie propugnate dalla nostra religione di stato, inoltre, anche attraverso il Festival, ha più pericolosamente, per Banasco & friends, fatto assaporare la curiosità della scienza, la sua bellezza, la sua razionalità salvifica che da sola ci può portare a comprendere le cose per quelle che sono ed eventualmente a migliorarle, abbandonando le catene dell'ignoranza o dei dogmi, inculcatici con forza da bambini da preti o oltro.

******
Odifreddi,

pensava veramente, che questa sua attività sarebbe passata inosservata o sarebbe stata tollerata a lungo nell'Italia cattolico fascista dell'era berlusconiana?
Pensava che in un paese in cui si riesce a mettere in discussione lo stesso Darwin, a favore della fiaba del creazionismo, ci possa essere spazio per la libertà della scienza, la libertà del pensiero razionale, della logica addrittura?
Pensava realmente che, il far apprezzare la bellezza della scienza, il mostrare che gli scienziati sono persone normali , umane, non strani esseri lontani dal mondo, ma che si interrogano in modo molto più serio e libero sulla nostra società di quanto non lo facciano i politici o le gerarchie ecclesiastiche, pensava che fare questo non è di per se un pericolo per la chiesa-stato oscurantista?
No, lei non lo pensava sicuramente, perché è un uomo di mondo e conosce i meccanismi che governano la nostra semplice e crudele società italiana, non lo pensava, ma sperava che le attività di un semplice professore venissero trascurate dai colonnelli in cappello viola della CEI.
E forse è stato anche così nei primi anni, lei era un professore che ben si prestava a fare da contraddittorio laico per le trasmissioni ad argomento religioso, lei era il pass laico razionale televisivo. Poi i suoi libri hanno venduto e la sua immagine televisiva ha addirittura acquisito peso, divenendo un debole fastidioso pericolo per i gerarchi vaticani. Ma la sua condanna è provenuta dal Festival : una manifestazione di divulgazione scientifica di enorme successo che avvicina la gente alla scienza in una città come Roma, sede del potere ecclesiastico mondiale, sembra quasi la formula di un'espolsivo!!
Lei meglio di me sa che i poteri si sono sempre retti sull'ignoranza delle persone, sui dogmi, sulle credenze irrazionali. Far ragionare le persone attraverso la scienza è un grave crimine: si rischia che le persone capiscano, prendano i forconi e vadano a stanare quel branco di ladri che si riuniscono nei palazzi romani di entrambe le sponde del Tevere.
Odifreddi rilegga ancora la sua mail di licenziamento, forse in calce potrà vedere accanto agli stemmi del comune di Roma quelli dello stato Vaticano.

mercoledì 18 marzo 2009

La maledizione sull'Africa


Buongiorno Sig. Ratzinger,

mi rivolgo a lei in tono formale rifiutando però di utilizzare appellativi quali, Santo Padre o Papa in quanto non sono credente.
Ho letto sui giornali, e ho visto sulle TV il suo intervento sull'aereo diretto alla visita in Africa. Sono rimasto allibito dalle sue parole, dettate da una bieca credenza religiosa priva di ogni anche minimo fondamento scientifico.

Si rende conto che lei, con le sue dichiarazioni, ha mandato a morte milioni di persone in pochi secondi?

Quanti seguendo ciò che ha detto, non utilizzeranno il preservativo e aumenteranno a dismisura il numero di contagiati?
Quante madri l'ascolteranno e moriranno tra atroci sofferenze, non potendosi pagare le cure, e lasceranno figli orfani senza cibo?
Quanti bambini figli di madri attente alle sue parole, nasceranno malati e quindi condannati a morte certa?

Signor Ratzinger si è fatto queste domande pima di parlare? Prima di pronunciare le sue sentenze di morte, prima di maledire il popolo africano.

Le parole pronunciate da lei hanno un peso immensamente superiore, putroppo, rispetto a ciò che può dire un comune cittadino, come me o altri, ma questo non è solo un potere è anche una responsabilità. Il seguito di persone che credono, ahime, in lei è anch'esso immenso, milioni di individui. Questo si accompagna ad una pesante responsabilità: lei con queste sue parole, in un paese con le percentuali di malati di AIDS come l'Africa, ha portato al patibolo queste persone, gli ha uccisi tra le atroci sofferenze che forse lei auspica, per fargli guadagnare il paradiso dell'altro mondo, ma a loro e a noi questo paradiso poco importa.
Lei gli ha solo e semplicemente uccisi, massacrati, con un'intervista su un costoso aeroplano trasformato per l'occasione in angelo della morte.




venerdì 13 marzo 2009

Un paese criminalmente organizzato

giovedì 12 marzo 2009

Processo ad un uomo, processo all'Italia





Il processo Andreotti è stato, non a torto, uno dei più importanti processi italiani del secolo scorso, un processo al nostro sistema politico, lo Stato che processa se stesso. E' forse la prova regina del fatto che la nostra costituzione ci garantisce una magistratura, in teoria, libera che può permettersi di opporsi alla classe politica: la separazione dei poteri.
Ho scoperto leggendo il libro di Bruno Tinti, La questione immorale, che questa netta divisione dei poteri, questa indipendenza, regalo dei nostri padri costituenti, non è caratteristica comune ad altri paesi, anzi è rara nei paesi europeri e in generale nel mondo.
La nostra Costituzione, figlia della nostra resistenza, pagata a caro prezzo con il sangue, è veramente un esempio di altissima giurisprudenza, migliore di ciò che possiedono tutti i paesi europei.
Purtroppo l'alta vetta toccata dai componenti della costiutente nel dopoguerra è stata rapidamente abbandonata, fin da subito, se si pensa che Andreotti è in politica fin da allora. Lui è l'icona più rappresentativa della politica italiana degli ultimi 50 anni, è il simbolo di ciò che è stata l'Italia in quegli stessi anni: una democrazia immatura, piena di compromessi e collusioni, corrotta fino al midollo, uno stato criminalmente organizzato se mi si passa il termine. Ed è questo stato che il processo Andreotti ha giudicato, con esiti devastanti.
Contrariamente a ciò che comunemente si pensa la sentenza non è assolutamente di assoluzione ma di "condanna prescritta": accerta collusioni, incontri, patti segreti tra uomini di stato e criminalità organizzata, fatti che presto fanno sbiadire i confini tra le due entità. Lo stato e la mafia appaiono indistinti, contigui in quella che può essere intesa come una trasversale gestione del potere politico mafioso. Un "Ritorno del Principe" di Macchiavellli come ha efficacemente scritto Roberto Scarpinato, un autore che questo sistema l'ha toccato da vicino nella sua attività professionale di magistrato.
Il processo Andreotti è stato il manifesto più efficace di questa realtà, che si svela e si rende conprensibile leggendo i suoi atti o le analisi fatte da Caselli, ben lontane dalle assoluzioni di ordinanza fatte nei salotti televisivi di Vespa.






mercoledì 25 febbraio 2009

Bravo Marco!!!


L’associazione dei giornalisti tedeschi (DJV) conferisce il premio per la libertà di stampa a Marco Travaglio

Riporto un estratto dell'articolo:

Libertà di stampa

I sette membri del consiglio direttivo federale della DJV, l’associazione dei giornalisti tedeschi, quest’anno hanno assegnato il premio per la libertà di stampa al giornalista e autore italiano Marco Travaglio.

Michael Konken, presidente federale della DJV, ha motivato la decisione dichiarando: “Assegnamo il premio a Marco Travaglio, un collega che si è contraddistinto per il coraggio critico e l’impegno dimostrato nel combattere per la libertà di stampa in Italia.”

Travaglio ha saputo denunciare pubblicamente i tentativi dei politici italiani, in particolare di Silvio Berlusconi, di influenzare il lavoro dei media e di ostacolare lo sviluppo di un giornalismo critico. Le critiche di Travaglio si sono orientate anche ai colleghi italiani con lo scopo di incoraggiarli a non sottomettersi alla censura. “Il premio della DJV per la libertà di stampa è il riconoscimento più adatto a Marco Travaglio,” ha dichiarato Konken. “Travaglio deve dare coraggio ai giornalisti italiani affinché possano svolgere la loro funzione di vigilanza e non cadano vittima di intimidazioni”.




Bravo Marco!! Una delle poche voci non serve del nostro panorama giornalistico.

lunedì 23 febbraio 2009

Jerry

Oggi è una giornata buia, scura.
Un amico felice, sempre allegro, capace di farti dimenticare con uno sguardo, un balzo una corsa,le tristezze della vita, ci ha lasciato.
In cambio di questo suo regalo non ti chiedeva nulla, solo qualche carezza e in poco tempo ti coinvolgeva nei suoi giochi spensierati e tu scordavi esami universitari, impegni di lavoro o litigate.
Lui, semplice, felice, piccolo, indifeso amico non è più con noi.
Io piango e piangerò forse per giorni, come piange chi sa di non poter rivedere più un caro amico con cui ha passato splendidi momenti.


Ciao Jerry

venerdì 13 febbraio 2009

Il medioevo italiano



Riporto un articolo di un quotidiano tedesco, pubblicato sul sito italiadallestero che commenta l'abomibevole vicenda della povera Eluana e si chiede. giustamente, se in Italia sia arrivato o meno il 21° secolo.

***
"Senza coscienza

Eluana Englaro è morta. Ma ha dovuto recitare fino all’ultimo il triste ruolo a cui il Presidente del Consiglio italiano l’ha costretta al termine della sua vita. Apparentemente allo scopo di salvare la giovane donna in coma da 17 anni, Silvio Berlusconi voleva imporre oggi [martedì] una legge che avrebbe confermato la sua vocazione ad essere l’uomo forte che se ne frega delle regole quando c’è da fare del bene. Sulle questioni dell’inizio e della fine della vita si può e si deve discutere. Della dimensione politica di tutto ciò, invece, c’è poco da discutere. Il Presidente della Repubblica Napolitano non ha firmato un primo decreto di Berlusconi perché in esso vedeva calpestata la separazione dei poteri. Ma anche una legge – se dovesse comunque andare in porto – sarebbe contraria alla Costituzione, perché sarebbe intesa ad invalidare con effetto retroattivo una sentenza di tribunale. Non si è trattato di dare un aiuto – sono anni che si attende una legge sul testamento biologico. Si è trattato invece delle prove generali, a spese del corpo indifeso della Englaro, per verificare quanto labili siano i confini dello Stato di Diritto. E il fatto che il Vaticano abbia applaudito questo cinico gesto fa sorgere nuovi dubbi, dopo quelli sulla questione dei lefebvriani, se lì si sia davvero arrivati nel 21° secolo."

***

La mia vita è mia, non del vostro inesistente Dio, non mi potete imporre una vita larvale solo perché voi ritenete che la vita sia del vostro Dio, è mia!!!
Aspettiamo con impazienza il futuro, almeno per noi, secolo dei lumi.

venerdì 9 gennaio 2009

L'Italia in poche semplici parole



Giuseppe Fava ha sintetizzato in queste sue parole la storia della mafia, e di conseguenza del sistema politico-mafioso che governa l'Italia dal dopoguerra in poi. Una sintesi approfondita e spiegata in modo eccellente da Scarpinato nel suo libro, Il ritorno del Principe, di cui questa intervista potrebbe essere una presentazione se non fosse stata fatta 25 anni prima.
Questo a dimostrazione che nulla cambia in questo paese.

Giuseppe Fava detto Pippo (Palazzolo Acreide 15 settembre 1925 – assassinato dalla mafia a Catania, 5 gennaio 1984).

lunedì 5 gennaio 2009

Proposta di progetto a Grillo



Ho avuto un idea che credo buona e l'ho proposta a Grillo, pubblico la mail che gli ho inviato oggi.



Buongiorno Beppe,

in questi giorni di mattine oziose festive mi è capitato di vedere alla televisione un programma a Rai tre, Buongiorno Europa, che mi ha dato uno spunto di riflessione.
La puntata del 4/01/2009 parlava di grandi opere Italiane in fase di progetto o di realizzazione, confrontandole con analoghe opere degli altri paesi europei. Venivano descritte le opere vantandone l'importanza e i miglioramenti che avevano portato alle zone in cui sono state realizzate e alle economie dei paesi, ma il particolare più interessante, che mi ha dato lo spunto, è stato che venivano date le cifre dei costi delle opere. Io abituato a cifre miliardarie italiane mi sono stupito dei costi irrisori che le opere pubbliche hanno in altri paesi europei rapportate ad analoghe opere di casa (cosa) nostra. Faccio solo un esempio: un ponte tra i più alti del mondo costruito in Francia è costato una cifra pari a 350 milioni di euro , ed è stato completato in pochi anni, non oso pensare al costo che avrebbe avuto qui da noi, dovendo essere una delle fonti di foraggiamento del costo della politica, come viene chiamata la corruzione dai politici stessi.
Penso che il raffronto su queste cifre sarebbe utilissimo per sputtanare il malaffare politico.

Ecco l'idea: una pubblicazione elettronica, realizzata attraverso il contributo degli utenti, scaricabile gratuitamente che, partendo dalle opere pubbliche realizzate in Italia dalle locali alle nazionali, dalle piccole alle faraoniche, ne snoccioli le cifre e le confronti con le cifre di analoghe opere pubbliche realizzate in Europa. Il confronto sui costi e sui tempi di realizzazione, sono certo, sarà uno sputtanamento globale della politica dati i ben conosciuti "decuplicamenti" dei costi di casa (cosa) nostra e il prolungamento ad libitum ad arte dei tempi di realizzazione.
Solo il tuo sito può dare adeguata risonanza al progetto per avere: prima la collaborazione degli utenti per la realizzazione della pubblicazione, come tu hai efficacemente fatto per il libro Schiavi moderni, e poi per diffonderlo efficacemente per far si che in tanti lo leggano e in tanti non votino più i loro amministratori locali e nazionali.
Io dal canto mio tenterò di portarlo avanti con le notizie che riuscirò a trovare su internet o dai miei amici residenti all'estero ma tu potresti essere mille volte più efficace, come lo sei stato in questi anni.
Saluti Beppe

Antenor

domenica 4 gennaio 2009

Il paradiso e il sogno americano


Leggendo il libro, Mattatoio n° 5, mi ha colpito un brano che riporto:

Gli americani, come tutti gli altri popoli, credono in molte cose che sono chiaramente false.
La loro illusione più perniciosa è che sia facilissimo, per ogni americano, fare soldi. Non si rendono conto di quanto, in realtà, sia difficile, e per questo chi non ne ha non fa altro che rimproverarselo. Questo senso di colpa è stato una vera fortuna per i ricchi e i potenti, che così hanno potuto permettersi di fare, per i poveri, meno di qualsiasi altra classe dirigente fin dall'epoca napoleonica.

Che trovata incredibile!
Un poveraccio ritiene solo se stesso colpevole della propria condizione miserevole.
Tutti posso farcela, è facilissimo, se non ci riesci è perché sei stato incapace, ma ce la puoi sempre fare.
In questo modo rimane illuso e fregato: non si ribella per la sua condizione, non cerca di conquistare diritti perché la colpa è sua. Con questa convinzione milioni di persone passeranno la loro vita senza assicurazione sanitaria, senza cibo, sotto i ponti, i working poor ad esempio .
Tutto questo senza ribellarsi e creare così guai a chi invece detiene soldi e potere. Grandioso!

Se si riflette un poco il sogno americano è una versione laica e moderna del paradiso. Anche in questo caso i poveracci, passano una vita di immani sofferenze, vivendo di fame e di stenti, sicuri che, se saranno retti e giusti, avranno la ricompensa nel regno dei cieli, non in questa terra naturalmente, ma si tratta solo di pazientare un attimo.
Geniale! Il più efficace marketing della storia dell'uomo.
Attraverso questa credenza la Chiesa, gli imperatori fino ai moderni stati hanno potuto controllare masse di popolazioni senza bisogno di costose forze di polizia, tenendole in misere condizioni, senza preoccuparsene.
La religione come instrumentum regni come avevano già intuito secoli fa i romani.
Un pensiero ulteriore che dovrebbe venire in mente quando il nostro vicario di Cristo parla di misericordia verso i poveri, caldo e protetto dentro la sua Chiesa, che costa agli italiani quanto una finanziaria ogni anno. Se questi soldi si usassero per migliorare il sistema sanitario o per abbassare le tasse ai dipendenti, il numero di poveri da compatire ipocritamente sarebbe, veramente, di gran lunga minore.