domenica 27 dicembre 2009

Tecnologia tedesca


Un'immagine che è un occhio pesto dolorante e livido, delle vergate sulla schiena, il filo spinato della prigione. E' questa la sensazione che provo nel vedere la pagina censurata del libro di Petra Reski e mi chiedo cosa stia accadendo nella grande, civile, splendida Germania, se un' inchiesta giornalistica che fa nomi e cognomi di persone colluse con la 'Ndrangheta, anziché causare inchieste, chiarimenti, pubblici dibattiti, debba invece portare al silenzio forzato, all'azzittimento della voce scomoda.
Tedeschi abbiate i coraggio di sapere! Di sapere che le mafie non sono fenomeni folkloristici dell'Italia del sud, non sono gli assassini spietati e analfabeti, sono dottori, ingegneri e imprenditori che comandano questi bracci militari che ogni tanto finiscono nelle maglie della giustizia. Queste persone possono stare anche da voi e parlare un tedesco senza accento.
Le mafie hanno montagne di denaro e possono comprarsi tutti i politici che vogliono, infiltrarsi in tutti i più reconditi gangli del potere, inquinare la stessa vita cittadina e la mentalità delle persone, possono tenere sotto scacco intere nazioni, possono fare tutto ciò che l'immensa ricchezza, la più spietata violenza e la totale mancanza di regole possono fare.
Voi avete scelto di ignorare, di ficcare la testa sotto la sabbia, di punire un libro imbrattando con l'inchiostro degli omissis, bruciando chi voleva farvi aprire gli occhi, non volete che nessuno rovini le atmosfere serene delle vostre serate, dei vostri natali nordici, nessuno dica nulla, nessuno parli.
Siamo allora molto meglio noi in Italia? Noi abbiamo creato le mafie, evadiamo fieri le tasse non comprendendo che stiamo rubando a noi stessi, ma abbiamo pubblicato Gomorra, i Complici; indaghiamo il nostro presidente del consiglio accusandolo alla luce del sole, di reati importanti senza temere, in fondo, la sua vendetta, siamo pronti a scendere in piazza tante e tante volte insultando se è necessario. Non applichiamo vigliacche censure, vogliamo leggere, sapere, riflettere, verificare.

Ignorare persone o cose ci precluderebbe la possibilità di cambiare.

Non si ricordano date come il 10 Maggio del 33? I brutti fatti si dimenticano presto, facilmente, il solito girotondo della Storia, che si ripete ciclico per chi la Storia non la conosce ed è destinato a ricommettere i propri errori.

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