domenica 17 febbraio 2008

Conquistateci parte seconda



I post del blog: conquistateci , ecco perché dovete conquistarci,o quelli di Grillo, Fratelli tedeschi... sono provocazioni, ma anche urla di rabbia.
A tutti noi capita in occasione di viaggi in altri paesi europei: Germania, Svezia o Francia di chiedersi: ma perché loro riescono a fare meglio di noi, perché qui funziona, perché qui sti sta meglio.
Al di la della migliore burocrazia, o della maggiore efficenza dei mezzi di trasporto, ci sono motivazioni di più profonde che fanno si che le nazioni citate stiano mediamente enormemente meglio di noi: i propri abitanti si sentono parte di una nazione a cui possono proficuamente contribuire e su cui possono contare. Questa considerazione è basilare per valutare il grado di felicità, "quanto si sentono bene" gli abitanti di una nazione.
Perché noi Italiani siamo portati a desiderare, nei momenti di rabbia, di essere conquistati da una nazione come la Germania? Perché in fondo anche noi vogliamo sentirci parte di una nazione coesa, attiva, una nazione in in cui lo stato sei anche tu.

Quest'ultima frase rileggendola mi suona un alto ideale lontanissimo dalla realtà della mia vita in Italia: io non mi sento parte di uno stato a cui contribuire con il mio lavoro, ma mi sento in balia dello stato in cui vivo, uno stato di cui non mi posso fidare, in cui vedo inefficienze ovunque, in cui ogni atto dell'amministrazione pubblica e corrotto fino al midollo.
Uno stato in cui una classe politica, lontanissima da ogni realtà del paese, combatte le sue battaglie intestine senza badare minimamente al fatto che il paese in piena recessione non reagisce più alle sollecitazioni dei comizi politici, come un moribondo insensibile agli stimoli esterni.
Ma come possiamo noi avere minimamente fiducia nel nostro paese:

  • abbiamo una schiera di parlamentari condannati per reati che vanno dalla corruzione alla associazione mafiosa, ad atti terroristici

  • il nostro sistema giudiziario è stato reso negli anni completamente inefficiente per garantire di fatto l'impunita dei delinquenti.

  • la corruzione dilaga in ogni aspetto dell'amministrazione della vita pubblica

  • nel sud una connivenza tra malavita organizzata e politica locale avvelena la vita dei cittadini e rende di fatto surreale parlare di stato

  • i tentativi della magistratura di far fronte alle ripetute azioni delinquenziali della politica vengono soffocate in trasferimenti ed in processi di organi politicamente controllati

  • i reati amministrativi vengono depenalizzati garantendo l'impunita a tutta la schiera di faccendieri

  • viene approvata una sorta di sanatoria, indulto, ingannando i cittadini, di cui ad avvalersi sono per primi i responsabili condannati di episodi di corruzione

  • il nostro territorio viene deturpato da abusivismi di ogni tipo ed avvelenato dallo scarico criminale di veleni, sotto gli occhi di un'amministrazione pubblica resa cieca da corruzione e accordi politici per nomine incrociate e connivenze.

Ma come una nazione intera non riesce a rendersi conto di tutto ciò, come il malcontento può essere controllato e disinnescato?
Un controllo totale dei mezzi di informazione da parte di gruppi politici e privati
nasconde occulta e rende immutabile la realtà delle cose.
Noi viviamo due vite: una reale in cui veniamo a contatto con il marciume descritto prima, una ir-reale in cui veniamo proiettati da ciò che ci viene raccontato dai media.
I questo primo mondo mangiamo, lavoriamo, paghiamo e ci arrabbiamo poi arriviamo nel secondo mondo e allora ci calmiamo: "ma si in fondo funziona", "...ma vedi che le cose che dice Veltroni sono giuste..", "... ma forse Berlusconi farà veramente gli interessi dell'Italia...", "...i magistrati sono loro delinquenti..."
Un mondo IRREALE costruito ad hoc come una sorta di Matrix per ingannare e controllare la popolazione.
Ecco perché scardinare questo sistema informativo è il primo passo per riprendere il controllo del nostro paese e delle nostre vite.

Lo sfogo conquistateci è per tutto questo, perché qualcosa cambi, per far cadere il sistema di cui siamo prigionieri, per riacquistare la nostra libertà, per essere, nel senso più nobile del termine, uno stato.

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