mercoledì 23 dicembre 2009

Fuori dall'ombra


Finalmente alla luce, fuori dall'ombra, finalmente parla chiaro: "Gli inciuci a volte sono utili".Massimo D'Alema attraversa un periodo particolare, un momento di outing, di rivelazione della propria natura al mondo, di chiarificazione con il proprio io nascosto.
Per ciò che ci riguarda possiamo solo sdegnarci del baratto che si celebra in questi giorni: la sopravvivenza del proprio ruolo e dei propri gregari politici per D'Alema in cambio del salvataggio dai processi e dalla decadenza politica per il Cavaliere, il prezzo di tutto questo è il nostro stato di diritto, l'uguaglianza di fronte alla legge, le nostre istituzioni. E' questo che i 30 denari dell'incarico al Copasir stanno costando, in barba al parere che del cavaliere e della sua politica possono avere gli elettori del PD.
Una sintesi di questi patti scellerati l'ha ben data Il Fatto, ed è raccapriciante leggere l'elenco degli episodi reali che hanno segnato i patti sotterranei i questi ultimi 15 anni di politica italiana, anni segnati da un mutuo soccorso del PD verso il PDL e viceversa, anni spesi a costruire un bipartitismo nato sulle ceneri ancora fumanti delle stragi di Capaci e di via D'Amelio, nato come si legge in questi giorni, dai patti con la Mafia da parte dello Stato.
Viene da pensare che la contrapposizione verso Berlusconi sia solo un pretesto, un gioco a cui far divertire gli Italiani, facciamoli sfogare, nella falsa lotta dei belusconiani contro i sinistrosi, poi noi, dopo che si sono stancati, decidiamo realmente, sottobanco le sorti del paese.
Se si riflette, con calma si può credere che questo, come i sistemi di bipartitismo anglosassoni, siano dei modi per disinnescare i meccanismi difficilmente controllabili della democrazia: creiamo due partiti diversi, facciamo finta di combatterci animatamente, tanto per far stancare i cittadini, creiamo antagonismi, imbastiamo delle arene in cui far accapigliare giornalisti che alla stregua dei gladiatori romani abbiano i propri accaniti tifosi, lasciamo che tutti si sfoghino per bene, poi alla fine uno dei partiti vale l'altro, si tratta di volti diversi per le stesse politiche, il popolo può votare solo uno dei due senza altre scelte e tutto rimane immobile.
Cambiare tutto per non cambiare niente, come recitava il Gattopardo.


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