lunedì 7 febbraio 2011

Taxineer



Una mattina, poche settimane fa, ero a Roma per lavoro e ho trovato chiusa la metro per sciopero. Per ovviare al problema ho preso un taxi. Il conducente, il tassinaro come lo chiamano a Roma, è un tipo sulla cinquantina alto magro e con quell'aria sempre scaltra da persone sveglie che hanno spesso i romani,  mi chiede la destinazione, gliela dico e lui:
“La conosco bene la ditta, ci andavo spesso per lavoro. ”
Io curioso gli chiedo: “Come per lavoro, come tassista?”
Lui: “No quando lavoravo per la Siemens, sono ingegnere collaboravamo spesso con questa ditta.”
Io stupito: “Come ingegnere?! Come mai fa ora questo mestiere?”
Lui,  risponde tra il sicuro e il rassegnato: “Be per campare, si guadagna bene, riesci ad avere una certa sicurezza: nessuno ti butta fuori, sei un libero professionista  dovresti cacciarti da solo, e non ho questa intenzione ahah.”
Io sempre più stupito: “Ma lo fa da molti anni?”
“Circa 4 e mezzo.”
“E ha fatto l'ingegnere alla Siemens per tanti anni?”
“Circa venti, poi le acque si stavano facendo tempestose, ho preso un incentivo e ho ritenuto più saggio comprarmi una licenza di taxi da mio zio che stava andando in pensione. L'ho ritenuta una professione più sicura dal punto di vista economico. Ho dovuto mettere da parte le mie conoscenze ma poi dopo un po' ci si dimentica o forse ci si rassegna”
Io ormai distrutto da queste rivelazioni: “Sono anch'io ingegnere ma lei con queste parole sta distruggendo quelle poche speranze che potevo avere.”
Lui rassicurante: “Ma no dai, il mio potrebbe essere una caso a se, non ho famiglia ho deciso di fare questo passo un po' deluso da tutto.”
Io in cerca di scappatoie: “Ma forse le è stata proposta un alternativa a suo tempo? ”
“Si mi avevano proposto di andare a stare permanentemente in Svezia, poiché parlo bene lo svedese avendo lavorato la per 5 anni”
Io nuovamente stupito: “Lei parla lo svedese e ha lavorato anni all'estero!! E con tutta questa esperienza non è riuscito a ricollocarsi?”
Lui tranquillo: “Si ci ho provato ma mi offrivano lavori con scarsa remunerazione e sempre in bilico. Ho quindi fatto la scelta che le ho detto”
Io ormai distrutto: “La prego mi dica quant'è  e mi faccia la ricevuta sa sono un povero ingegnere vedo se posso scaricarmela dalle spese.”
“Certo certo conosco la situazione.”


Sono ancora distrutto quando ripenso a questo dialogo. Un paese in cui la professionalità, la formazione, le conoscenze perdono così tanta importanza segna il proprio futuro si condanna da se.
Si condanna ad una deindustrializzazione forzata laddove le industrie del futuro faranno sempre più delle conoscenze, della formazione continua, la propria forza.
Mettiamo i soldi da parte, e vediamo quanto può costare una licenza da tassinaro.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Conosco una persona a Bologna alla quale e' successa la stessa cosa: ingegnere elettronico, ha lavorato per anni in una nota multinazionale americana, per poi prendere la via d'uscita nel momento in cui le acque si sono colorate di marrone. Ora fa il tassista, lavora *solo* per il numero di ore che gli servono a campare e vive tranquillo; d'estate ama fare il servizio notturno, che gli consente di godersi Bologna senza il bordello del traffico.

ulisse ha detto...

Una licenza da tassinaro ? MOLTO meno di un ingegnere ma pare che in questa nazione valga molto di più ! E meno male non era un igenista dentale..............capisci a me !!!!!

Antenor ha detto...

Avendo capito il tipo, se fosse stata una bella donna si sarebbe tranquillamente messa a fare la p....olitica.